Osiris-Rex: 5 secondi di per campionare Bennu

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Erano i primissimi minuti del 21 ottobre 2020, poco dopo la mezzanotte italiana, quando nello spazio stava accadendo qualcosa di epocale: la sonda Osiris-Rex della NASA effettuava un touch and go sulla superficie dell’asteroide Bennu, un oggetto di 500 metri di diametro a 322 milioni di km dal nostro pianeta.

Il braccio di campionamento della sonda Osiris-Rex sul terreno roccioso dell’asteroide Bennu, il 21 ottobre 2020. Credit: NASA

La sonda era partita l’8 settembre 2016 entrando nell’orbita dell’oggetto spaziale il 3 dicembre 2018: l’obiettivo della missione era quello di raccogliere minimo 60 gr di materiale, regolite per l’esattezza, dall’asteroide Bennu.

Bennu è un asteroide di tipo B, un sopravvissuto tra quelli che hanno colpito la Terra nel corso della sua formazione, e che quindi è necessario studiare ed analizzare perché attraverso la sua composizione è possibile risalire a informazioni fondamentali per comprendere l’origine del nostro pianeta, visto che asteroidi come Bennu, assieme alle comete, sono stati  fondamentali nel portare composti organici e acqua sulla nostra Terra primordiale.

Missione compiuta quindi, poiché il touch and go della sonda Osiris-Rex è perfettamente riuscito, consentendo l’atterraggio nel cratere Nightingale di Bennu, dove il braccio di campionamento della navicella ha prelevato in soli 5 secondi, frammenti dell’asteroide da riportare a Terra, dove la sonda farà ritorno nel 2023.

Tuttavia, i ricercatori della NASA stanno valutando il fatto che, qualora la quantità di campione raccolto dovesse risultare inferiore ai 60 grammi minimi previsti, ci potrebbe essere un secondo tentativo di raccolta nel 2021.

“Il sito in cui è avvenuto il prelievo, il cratere Nightingale, si trova vicino al polo nord, all’interno di un cratere di circa 20m di diametro e sembra composto da diversi materiali tra i quali minerali ricchi di carbonio”, ha riferito Elisabetta Dotto, ricercatrice dell’inaf di Roma, membro del team scientifico di Osiris-Rex. “Vista la sua latitudine, la temperatura è piuttosto bassa e l’escursione termica è ridotta. Per questa ragione – e per il fatto che il cratere nel quale si trova è molto probabilmente piuttosto recente – si ritiene che il materiale organico – di interesse astrobiologico – in esso presente sia poco alterato” (fonte Inaf).

Una missione davvero importante poiché prima d’ora, un oggetto come Bennu, non era stato osservato così nel dettaglio.

Al suo rientro sul nostro pianeta previsto per il 2023, la sonda Osiris Rex porterà con sé un campionamento dal valore inestimabile, che sarà fondamentale per capire le origini del nostro sistema solare.


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